Nell’anno qui esaminato non avviene nulla di significativo nel campo dei virus DOS, sebbene compaiano sulla scena del malware numerosi virus di particolare complessità, quali, ad esempio, Nightfall, Nostradamus e Nutcracker. Si manifestano ugualmente alcuni nuovi ed interessanti virus, come il “bisessuale” RMNS e Winstart, un virus BAT. Vengono poi registrate due diffuse epidemie informatiche, anche se non particolarmente gravi, causate da ByWay e DieHard2.

Nel mese di febbraio, Microsoft invia versioni infette di Windows 95 ai beta tester; soltanto uno di essi, tuttavia, ritiene opportuno eseguire un controllo antivirus. Egli scoprì che i dischi erano stati infettati da From; i test furono così interrotti sino al rilascio di dischi effettivamente “puliti”.

Nella primavera del 1995, due società produttrici di antivirus annunciano un’importante alleanza tra di loro: si tratta di ESaSS (lo sviluppatore di ThunderBYTE Anti-Virus) e Norman Data Defense Systems (Norman Virus Control). Le due società, ognuna con i propri prodotti antivirus indipendenti, peraltro di particolare efficacia, decidono di unire gli sforzi, allo scopo di sviluppare un unico sistema antivirus. Successivamente, nel 1998, l’alleanza si sarebbe sgretolata, a seguito dell’acquisizione dell’olandese ESaSS da parte di una società norvegese.

In Agosto, il virus Concept colpisce MS Windows: tale virus, nel breve volgere di un mese, fa letteralmente il giro del mondo e diviene così il numero uno in assoluto, tra i virus più comuni, nell’elenco stilato dai vendor di prodotti antivirus.

Nella prima metà del mese di settembre, uno dei maggiori produttori di computer al mondo, la Digital Equipment Corporation (DEC), distribuisce accidentalmente copie del virus Concept ai delegati che prendono parte alla conferenza DECUS, in svolgimento a Dublino. Per fortuna, il virus viene rapidamente individuato; questo permette di contenere gli effetti dell’epidemia. Attualmente sono ancora in circolazione oltre un centinaio di versioni conosciute del virus Concept.

Si diffonde rapidamente, nel corso del 1995, anche Green Stripe, un virus per AmiPro, programma di elaborazione testi particolarmente popolare in quel momento. Il codice sorgente di Green Stripe fu tra l’altro pubblicato come supplemento gratuito per la rivista Underground Technology Review, curata da Mark Ludwig.

L’avvento dei virus macro impone una nuova serie di sfide ai produttori di software antivirus. Per rilevare tale genere di malware si rendono in effetti necessarie nuove tecnologie, da implementare in primo luogo all’interno di MS Word, e poi in altre applicazioni della suite MS Office.

L’affiliata inglese della casa editrice Ziff-Davis fa parlare di sé per ben due volte, nel corso del 1995. La prima volta fu nel mese di settembre, quando assieme alla versione inglese della rivista PC Magazine venne distribuito, per tutti gli abbonati, un dischetto contenente il virus Sampo. La spiacevole situazione fu tuttavia ben presto scoperta; la società presentò le proprie scuse, ed offrì ai lettori un’utility antivirus gratuita. Ironia della sorte, il dischetto in questione costituiva, di fatto, il supplemento ad un numero della rivista che conteneva articoli riguardo ai risultati di test antivirus per i prodotti Novell NetWare.

Più tardi, verso la metà del mese di dicembre, un’altra pubblicazione della casa editrice Ziff-Davis, Computer Life, invia ai propri lettori un dischetto contenente gli auguri di Natale. Si scoprirà poi, purtroppo, che il dischetto conteneva ugualmente il virus Parity Boot.

Nel frattempo, anche le forze dell’ordine, da parte loro, continuavano alacremente la lotta intrapresa nei confronti del cybercrimine. Il 16 gennaio, la Computer Crime Unit di New Scotland Yard porta in tribunale Christopher Pile, ritenuto responsabile di aver scritto e distribuito pericolosi virus. Il disoccupato Pile, meglio conosciuto come Black Baron negli ambienti underground, fu accusato di essere l’autore dei virus Queeg e Pathogen, così come del generatore polimorfico SMEG. Dieci mesi dopo Pile fu dichiarato colpevole e quindi condannato a 18 mesi di prigione.