Con l’avvento e la diffusione dei servizi Internet a pagamento (servizi e-mail, web e di hosting), negli ambienti informatici “underground” si sono cercati vari modi per trarre vantaggio da tali servizi, senza dover pagare per il loro utilizzo. Questi criminali minori hanno così iniziato ad usare dei trojan appositamente sviluppati per rubare le credenziali di accesso e le password degli utenti legittimi, o per rubare, magari, più dati di accesso e password da diversi computer infetti.

All’inizio del 1997, ad esempio, si sono verificati i primi casi di creazione e conseguente diffusione di programmi trojan in grado di realizzare il furto delle password utilizzate per accedere ad AOL (il noto Internet service provider America Online). Nel 1998, poi, con l’ulteriore sviluppo dei servizi online, i trojan di questo tipo hanno iniziato a colpire altri servizi Internet. I programmi trojan di tal genere, così come i virus, vengono abitualmente creati da giovani sprovvisti dei mezzi finanziari necessari per effettuare il regolare pagamento dei servizi online utilizzati. A tal proposito, è davvero emblematico il fatto che, con la riduzione dei costi dei servizi Internet, diminuisce ugualmente il numero dei trojan adibiti a questo tipo di attività malevola. I trojan che rubano le password di connessione remota, AOL e ICQ, più i codici di accesso ad altri servizi, rappresentano ancora, ad ogni caso, una parte importante del flusso quotidiano di minacce informatiche analizzate nei laboratori antivirus di tutto il mondo.

Allo stesso tempo, i “ladruncoli” della Rete creano anche programmi trojan di altro genere: trojan che rubano dai computer infetti informazioni sugli account e file chiave di vari programmi, oppure in grado di sfruttare le risorse presenti nei computer violati ad esclusivo vantaggio del proprio “padrone”.

Negli ultimi anni, poi, abbiamo assistito anche ad un costante aumento del numero dei programmi trojan preposti al furto delle informazioni personali utilizzate nell’ambito dei giochi in rete (“proprietà virtuale” di gioco), per uso o rivendita non autorizzata. Simili trojan sono particolarmente diffusi nei paesi asiatici, soprattutto in Cina, Corea e Giappone.