“Mercato grigio”

Oltre agli studenti che scrivono virus informatici e ai cybercriminali che sviluppano temibili software nocivi per profitto personale, esiste ugualmente un tipo di business che si colloca sul filo della legalità, visto che opera in una sorta di “mercato grigio”. Si tratta, più precisamente, di sistemi di distribuzione di pubblicità elettroniche non richieste, utility che, con cadenza periodica, invitano insistentemente l’utente a visitare risorse web a pagamento di vario genere; vi sono poi ulteriori tipologie di software indesiderato, le quali richiedono, nella stessa misura, un adeguato supporto tecnico da parte di hacker-programmatori. Tale supporto viene in effetti richiesto per la realizzazione di meccanismi di penetrazione furtiva all’interno del sistema, per l’aggiornamento periodico dei vari componenti del software, per camuffamenti di varia natura (per proteggersi nei confronti della possibile rimozione dal sistema), per contrastare l’azione svolta dai programmi antivirus; i task qui sopra elencati coincidono, in pratica, con le funzionalità di cui sono abitualmente provvisti i programmi trojan di vario tipo.